Scritto da 9:35 pm Venezia, Politica, Top News Home page

Appalti pubblici a Venezia: chi controlla davvero il rispetto dei diritti dei lavoratori?

Pubblici appalti

Venezia (giovedì, 16 ottobre 2025) – A Venezia, come in molte altre città italiane, una parte consistente dei servizi pubblici, dalla pulizia ai musei, fino al Casinò o alle partecipate come Veritas e Vela, è affidata ad aziende esterne tramite appalti. Ma cosa succede se queste ditte non rispettano le leggi sul lavoro o gli impegni presi nel capitolato d’appalto? A quanto pare, poco o nulla.

di Maria Laura Melis

Chi vigila sui lavoratori negli appalti pubblici?

È quanto emerso durante una recente commissione consiliare, in cui la consigliera comunale Cecilia Tonon (lista Venezia è nostra), esperta di diritto del lavoro, ha sollevato un tema che da anni passa sottotraccia: chi vigila davvero sulle condizioni dei lavoratori impiegati negli appalti comunali?

Tonon ha fatto un esempio concreto: «Se un’impresa sbaglia le buste paga, non paga correttamente gli straordinari o limita il diritto di sciopero, cosa fa il Comune per controllare?». La risposta dell’assessore Michele Zuin, delegato alle partecipate, è stata chiara ma disarmante: «Il Comune non ha competenza diretta su questi controlli. Le verifiche spettano all’Ispettorato del Lavoro o ad altri enti statali». Sostanzialmente, Ponzio Pilato.

Zuin ha spiegato che l’amministrazione può solo controllare i documenti contabili, come il DURC (il certificato di regolarità contributiva) e che il Responsabile Unico del Procedimento (RUP) monitora l’esecuzione dei contratti. Ma il rispetto del contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) da parte dell’appaltatore non rientra nei poteri di verifica del Comune.

E quindi?

Una risposta che ha lasciato l’aula perplessa. Tonon ha parlato apertamente di un “vuoto legislativo”: «Se nessuno verifica davvero cosa accade nei luoghi di lavoro legati agli appalti pubblici, rischiamo di creare delle zone grigie. E in quelle zone, spesso, nascono abusi».

Anche Enrico Pellegrini della Filcams Cgil, presente in sala, ha ricordato che nella sua esperienza «ci sono cooperative che fanno il bello e il cattivo tempo, perché mancano i controlli effettivi».

Sul punto, un altro consigliere, Giovanni Andrea Martini (Tutta la città insieme), ha sottolineato un aspetto spesso dimenticato: condizioni di lavoro peggiori significano anche servizi pubblici di qualità inferiore. Se chi pulisce, sorveglia, o accoglie nei musei lavora male o viene trattato ingiustamente, ne risente l’intera comunità.

Tonon, contattata dopo la seduta, ha ribadito il concetto: «Non si può pensare che i Comuni si lavino le mani. Se quei lavoratori contribuiscono a far funzionare i servizi pubblici, anche il Comune ha una responsabilità etica e politica nel garantire che siano trattati secondo le regole».

Non solo Venezia

La questione, però, non riguarda solo Venezia: il problema dei controlli negli appalti pubblici è nazionale e affonda le radici in una normativa vecchia di oltre quarant’anni. Nel frattempo, tra carte, DURC e dichiarazioni di conformità, i lavoratori restano spesso soli.

E in una città che vive anche del lavoro di chi sta dietro le quinte, dalle pulizie ai servizi culturali, la domanda di Tonon resta sospesa nell’aria: chi difende davvero chi lavora per il pubblico, ma non nel pubblico?

Condividi la notizia:
Last modified: Ottobre 16, 2025
Close