Venezia (domenica, 12 ottobre 2025) – Il sipario del Teatro La Fenice resterà chiuso il 17 ottobre. La “prima” del Wozzeck di Alban Berg, ultima produzione della stagione lirica 2024/2025, non andrà in scena. I lavoratori hanno deciso di scioperare contro la nomina di Beatrice Venezi a direttrice musicale, una scelta che ha spaccato il teatro e acceso un acceso dibattito nel mondo culturale veneziano.
di Maria Laura Melis
La nomina che ha acceso la miccia
La decisione arriva dopo settimane di scontri interni e tentativi di mediazione falliti. La Rappresentanza sindacale unitaria (Rsu) della Fenice ha annunciato lo sciopero come gesto di protesta verso una nomina giudicata “inadeguata rispetto alla storia e al prestigio del teatro”. Non è un attacco personale, precisano i sindacati, ma una contestazione sul metodo e sui criteri di selezione.
Il comunicato sulla pagina ufficiale recità quanto segue:
“A seguito della proclamazione di uno sciopero indetto dalle principali Sigle Sindacali, la Fondazione Teatro La Fenice informa che la prima recita di WOZZECK in programma venerdì 17 ottobre 2025 ore 19.00 NON AVRÀ LUOGO“.
La nomina di Beatrice Venezi, 35 anni, pianista e direttrice d’orchestra con già diverse esperienze in Italia e all’estero, è stata annunciata il 22 settembre dal sovrintendente Nicola Colabianchi. Per la direzione si tratta di una scelta strategica, un segnale di rinnovamento e di apertura a una generazione più giovane, che possa dare nuova energia a un’istituzione storica.
Ma tra le maestranze la notizia è stata accolta con freddezza. Pochi giorni dopo, i lavoratori hanno proclamato lo stato di agitazione. “Non mettiamo in discussione la persona, ma il percorso artistico”, hanno spiegato i rappresentanti sindacali, sottolineando che la decisione è arrivata senza un confronto interno e senza consultare chi, ogni giorno, dà vita agli spettacoli del teatro.
Il dialogo mancato
L’8 ottobre si è tenuto un incontro di oltre tre ore tra Colabianchi, il sindaco Luigi Brugnaro e la Rsu. L’obiettivo era evitare lo sciopero e salvare la “prima” del Wozzeck, ma l’incontro si è chiuso con un nulla di fatto. La direzione ha ribadito la propria fiducia in Venezi, mentre i lavoratori hanno confermato la protesta.
Brugnaro ha espresso dispiacere per lo sciopero, riconoscendo il diritto dei dipendenti ma ricordando che “a farne le spese è soprattutto il pubblico”. Il sindaco ha ribadito la piena fiducia nel sovrintendente e nella nuova direttrice, definendoli “la squadra del rilancio della Fenice”.
Colabianchi, da parte sua, ha difeso la procedura di nomina: “Non c’è stata nessuna irregolarità. Ho consultato i membri del Consiglio di indirizzo e ottenuto il loro consenso. La scelta è coerente con la volontà di rendere il teatro più dinamico e aperto alle nuove generazioni”.
Il teatro diviso e il dibattito fuori scena
La vicenda non è rimasta confinata alle mura della Fenice. Sui social e sulla stampa locale il caso è esploso, dividendo il pubblico tra chi vede nella nomina di Venezi un segno di modernità e chi teme un indebolimento del profilo artistico del teatro.
Solidarietà ai lavoratori è arrivata anche da altri operatori culturali, tra cui docenti dei conservatori di Venezia e Rovigo. Intanto, la Rsu ha convocato per il 17 ottobre un’assemblea pubblica aperta a cittadini e colleghi di altre istituzioni, per spiegare le ragioni dello sciopero e discutere delle prospettive future.
La protesta ha coinvolto anche una parte del pubblico. Una lettera firmata da 140 spettatori ha minacciato la disdetta degli abbonamenti in segno di dissenso verso la nomina. Ma i dati diffusi dal Comune raccontano un’altra realtà. Sono solo tre gli abbonamenti effettivamente cancellati, mentre venti nuovi sono stati sottoscritti nello stesso periodo. “Sono certo che, quando dirigerà il suo primo concerto, la Fenice sarà piena”, ha dichiarato Brugnaro.
Per ora, resta l’immagine più eloquente. Ossia, il sipario chiuso del teatro veneziano, il 17 ottobre. Un gesto simbolico e amaro che segna uno dei momenti più delicati nella storia recente della Fenice e che lascia aperta una domanda: come si può innovare senza dividere chi l’arte la fa ogni giorno?
Last modified: Ottobre 12, 2025


