Venezia (giovedì, 8 maggio 2025) — Il Tribunale di Venezia ha assolto il Consorzio Venezia Nuova (CVN) dall’accusa di responsabilità amministrativa nell’ambito dello scandalo Mose, il sistema di dighe mobili progettato per proteggere Venezia dall’acqua alta. La sentenza, emessa oggi dalla giudice Carlotta Franceschetti, conclude uno dei filoni più delicati dell’inchiesta, riconoscendo l’estraneità del Consorzio rispetto agli illeciti contestati. Secondo il tribunale, non vi è stata “alcuna utilità o vantaggio direttamente riconducibile al CVN”, elemento essenziale per configurare l’illecito ai sensi del Decreto Legislativo 231/2001.
di Beatrice Giordo
La difesa del Consorzio, rappresentata dal commissario liquidatore Massimo Miani e dagli avvocati Tommaso Guerini e Paola Bosio, ha optato per il rito abbreviato, sostenendo che le condotte illecite fossero imputabili esclusivamente ad alcune società consorziate e non al Consorzio nel suo complesso. La sentenza conferma questa tesi, delineando una netta separazione tra le responsabilità individuali e quelle dell’ente collettivo.
Già in precedenza, la Corte di Cassazione aveva definito il CVN come “soggetto danneggiato dai reati commessi dai suoi apicali”, posizione ora rafforzata dalla decisione odierna. La sentenza rappresenta un passo significativo verso la conclusione del complesso iter giudiziario legato al Mose, che ha visto coinvolti numerosi attori istituzionali e imprenditoriali.
“Questa sentenza ristabilisce la verità”, ha dichiarato Miani. “Il Consorzio non ha tratto alcun vantaggio dalle condotte contestate. Continueremo a operare con trasparenza per concludere il processo di liquidazione e garantire la piena operatività del Mose, a tutela della laguna e della città di Venezia”.
Last modified: Maggio 8, 2025
