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Tragedia sul catamarano a Venezia la morte di Anna Chiti solleva interrogativi su sicurezza e lavoro minorile

Venezia (lunedì, 19 maggio 2025) — Il 17 maggio, Anna Chiti, studentessa diciassettenne dell’Istituto Nautico di Venezia, ha perso la vita in un tragico incidente mentre lavorava su un catamarano turistico alla Marina di Sant’Elena. Era il suo primo giorno di lavoro, ingaggiata informalmente dallo skipper per un periodo di prova, senza un contratto regolare. Secondo quanto riportato, Anna era stata consigliata da un’amica che aveva svolto la stessa mansione l’anno precedente.

di Beatrice Giordo

Le immagini delle telecamere di sorveglianza mostrano la giovane mentre tenta di aiutare nelle manovre di attracco, maneggiando una cima. In quel momento, a causa di un forte vento di scirocco, ha perso l’equilibrio ed è caduta in acqua.Nel tentativo di risalire a bordo, la cima si è impigliata nell’elica del catamarano, trascinandola sott’acqua. Nonostante i soccorsi tempestivi, i tentativi di rianimazione sono stati vani.

La Procura di Venezia ha avviato un’indagine per chiarire le responsabilità dell’accaduto, focalizzandosi sia sulla dinamica dell’incidente sia sulle condizioni lavorative della giovane. Particolare attenzione è rivolta alla mancanza di un contratto e alle mansioni affidatele, che sembrano andare oltre il ruolo di semplice interprete per cui era stata inizialmente contattata.

Il padre di Anna ha espresso profondo dolore e indignazione, sottolineando come la figlia non avrebbe dovuto svolgere compiti così pericolosi senza adeguata formazione e tutela. La tragedia ha sollevato un acceso dibattito sull’impiego irregolare dei minori e sulla sicurezza nel settore del turismo nautico, evidenziando la necessità di una maggiore vigilanza e regolamentazione.

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Last modified: Maggio 19, 2025
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