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Pro-Palestina al Marco Polo fermento e confronto in classe

Venezia (martedì, 17 giugno 2025) — Nella notte tra lunedì e martedì, il Liceo Artistico “Marco Polo” di Venezia è stato imbrattato con slogan pro-Palestina (“Genocidio”, “Aiutateci”) raffigurati da mani rosse e scritte sulle pareti esterne dell’edificio. La scoperta ha provocato tensioni tra attivismo studentesco e reazione istituzionale.

di Beatrice Giordo

L’episodio ha spinto gli studenti a intervenire immediatamente con un’autogestita pulizia delle scritte, azione che la preside Maria Rosaria Cesari ha definito “ribellione preziosissima” nonostante la gravità del vandalismo. Molti alunni si sono dissociati spontaneamente dal messaggio, mentre alcuni lo hanno interpretato come un atto di riflessione e mobilitazione politica all’interno del contesto educativo.

Sul caso si è aperto un dibattito interno: da un lato, c’è chi sostiene che atti simili rappresentino espressione legittima di sensibilità civile e internazionalista; dall’altro, chi invoca maggiore controllo del linguaggio e contrasto a forme improprie di protesta. L’istituto, secondo la preside, punta a non criminalizzare gli studenti, ma a trasformare l’atto in occasione di approfondimento e dialogo.

Questo episodio conferma il ruolo cruciale delle scuole come spazi di confronto su temi globali, in cui sensibilizzare senza delegittimare le singole voci è la vera sfida. Il Marco Polo ha già avviato tavoli con studenti e docenti per discutere Gaza e conflitto mediorientale, puntando su incontri e formazione per trasformare la tensione simbolica in consapevolezza collettiva.

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Last modified: Giugno 17, 2025
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